Quarto anno - Rostro 1956

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Quarto anno

Scuole di Volo

Il Quarto Anno


“Questo io dico, né altro disvelo.
Ond’io, turbato da tal pena eterna
bramavo sol di rimirar lo cielo…”


Con un certo magone dovuto al fatto di lasciare definitivamente la nostra Casa Madre di Nisida, quella in cui da individui isolati ci eravamo trasformati in una compagine forte e solidale, ci accingemmo ad affrontare, col solito brio, il nostro nominale 4° Anno accademico.
In verità, non c’era nulla da inaugurare con forbite prolusioni di illustri conferenzieri, ma solo da concludere l’iter formativo per ottenere il brevetto di piloti militari. E lo avremmo fatto in tre fasi distinte, di cui solo la prima, cioè la conclusione del corso avanzato di volo ad elica sul velivolo T-6, ci avrebbe visti ancora insieme. Dopo, ciascuno di noi sarebbe stato smistato alle altre diverse scuole di specializzazione, presso le quali avremmo guadagnato l’aquila turrita di Piloti militari.
Nei mesi a venire, avremmo goduto di una certa autonomia, nel rispetto dei quotidiani programmi delle nostre attività.
Ma per il resto eravamo assolutamente liberi di gestire il nostro tempo se liberi dal servizio di volo o dalle comandate quali Ufficiali di Picchetto che, per tradizione, svezzavano ovunque i sottotenenti di prima nomina.
Ma noi eravamo consapevoli di una cosa. Se da un lato sapevamo di dover imparare ancore molte cose sull’arte del volo, dall’altro ci sentivamo di diritto titolari di una losanga dorata cucita sulle nostra maniche rappresentante erga omnes il livello di educazione e formazione militare di cui era garante il nostro Massimo Istituto.
Perciò, ciascuno di noi sarebbe stato un esempio da ostentare in ogni nostro atto pubblico o privato.

 
Copyright 2016. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu