La Storia - Rostro 1956

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Dovevamo chiamarci REX ma un solerte pensatore e salvatore della Repubblica, volendo prendere le distanze dal passato regime, decise che il corso con la R non potesse chiamarsi più con il nome tradizionale, che originariamente era stato dato in onore del re.  Sul gagliardetto del glorioso REX, tuttavia, c'era scritto Rex Altitudinis, che con la famiglia reale non si sa quale attinenza potesse avere, ma il nostro eroe forse il latino non lo conosceva bene... e così la democrazia fu salva !
 
Siamo a metà degli anni cinquanta. Non si sono ancora rimarginate le ferite prodotte dallo sfortunato secondo conflitto mondiale, ma c’è nell’aria una gran voglia di ripresa: accanto alle macerie che ancora intristiscono le nostre città spuntano i primi capannoni industriali. Il miracolo economico è alle porte.
 
Anche le Forze Armate si stanno riorganizzando, superando gradualmente i traumi di un conflitto perso tragicamente. Siamo ormai in pieno clima di guerra fredda: l’Italia è ben inserita nel blocco occidentale e deve fare la sua parte per la difesa del mondo libero. I Paesi alleati la aiutano fornendo generosamente mezzi, materiali e addestramento del personale.
 
L’Italia tutta è, di fatto, in piena ripresa, morale e materiale: una ripresa che investe tutti i settori, compreso quello delle sue Forze Armate, che vogliono dimostrare agli Alleati che gli sbagli del passato sono sideralmente lontani: il futuro, quanto mai ricco di prospettive, non ammette, nonostante le rivalità politiche interne, incertezze né, tanto meno, atteggiamenti equivoci.
 
L’Aeronautica è in prima linea in questa ripresa. Nei cieli delle nostre città sfrecciano i primi aviogetti che con il loro frastuono inusitato stupiscono uomini e animali: si diffonde la voce che in qualche caso le galline smettano di fare le uova. Ma sono anche questi rumori che incuriosiscono prima, e attirano poi, molti giovani, affascinati dal mondo dell’Aviazione, un mondo che sembra particolarmente proiettato nel futuro e ricco di prospettive.
 
In questo quadro, nel 1956, tremila di questi giovani si fanno avanti e decidono di partecipare al concorso per l’Accademia Aeronautica. Si tratta di una cifra certamente ragguardevole, sia in confronto con i concorsi precedenti, che avevano registrato un’affluenza notevolmente inferiore, sia tenuto conto che la ripresa economica spinge le imprese industriali e commerciali, in fase di sviluppo, a richiedere personale giovane, sano e in possesso di una certa cultura: lo stesso che cerca l’Aeronautica Militare.
 
 
 
 
 
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